Quali soluzioni al cambiamento climatico? Tante, ma per ora, non aprite le finestre e respirate meno possibile. Questa non è una esercitazione.
In questi giorni il sindaco della mia città ha consigliato di non aprire le finestre di casa e di non svolgere attività fisica all’aperto. Torino e tutto il nord giacciono sono una cappa di polveri sottili come non si era mai vista, favorita dalla prolungata assenza di precipitazioni. Pare nebbia, è merda. Un inquinamento che riduce la vita media di dieci mesi, che uccide nel mondo una persona su sei. 1 su 6, esatto.
Ci siamo riusciti, la più fosca distopia fantascientifica è realtà. Il clima è andato. Blade Runner ci fa una pippa. In Piemonte siamo in piena siccità biblica. La terra è mummificata, squarciata, cementata. L’agricoltura non è in ginocchio, è distesa. Viviamo in una nebbia tossica anelando la pioggia, che temiamo in forma di alluvione.
Un olocausto ambientale. Come ne usciamo?
Non con una sola soluzione, ma con numerose strategie interconnesse, alcune delle quali sorprendenti, se non siete permacultori. Le ha definite il progetto Drawdown (letteralmente: riduzione, calo).
Il progetto Drawdown. 100 soluzioni al cambiamento climatico
Paul Hawken, autore di Moltitudine inarrestabile e Capitalismo Naturale, è un imprenditore ambientalista e attivista che sta dedicando la sua vita al tentativo di cambiare il rapporto fra business e ambiente. Nel 2013 Paul ha assemblato nel progetto Drawdown un team internazionale di scienziati e decisori politici per definire quali siano le più efficaci soluzioni pratiche per invertire il cambiamento climatico. Sembra un film di fantascienza anche questa parte, lo so.
I risultati della ricerca, concreti, dimostrati e misurati al millimetro, da poco sono disponibili online, oltre che in un libro omonimo, sul sito DRAWDON.
Diciamolo: è il sito più importante del web in assoluto, oggi come oggi.
Drawdown mappa misura, modellizza e descrive le 100 più efficaci contromisure al cambiamento climatico. Che si dividono in due fronti:
- riduzione e sostituzione di tecnologie climalteranti con tecnologie a minore impatto
- misure strategiche nell’uso del territorio e nell’agricoltura per mitigare le emissioni e sequestrare il carbonio in modo naturale.
A loro volta questi due fronti sono suddivisi in 5 cluster:
- edifici e città
- energia
- cibo
- gestione del territorio
- materiali, trasporti ed empowerment di donne e bambine.
Strangolati da frigoriferi e condizionatori
I fronti sui cui agire sono tanti, ma alcuni saltano all’occhio immediatamente. L’agricoltura estensiva convenzionale è insostenibile e ci sta falcidiando allegramente. C’è di meglio: la coltivazione agroforestale dà i migliori risultati in termini di inversione del cambiamento climatico (senza affamarci). I permacultori lo dicono dal 1972, il progetto Drawdown sfoggia le prove scientifiche. Io realizzo il mio giardino foresta Fedaflà (video qui di seguito).
Non mancano le sorprese. Ad esempio, il corretto smaltimento e la sostituzione dei gas contenuti nei frigoriferi e nei climatizzatori, che riscaldano l’atmosfera 2000 volte più dei biossido di carbonio, è la soluzione più decisiva in assoluto fra tutte quelle individuate, anche più della riforestazione dei tropici. E, per inciso, meglio l’energia eolica di quella solare.
Per farla breve, studiamoci il sito Drawdown.org, leggiamo il libro (un editore decente lo traduca in italiano, per pietà), diffondiamo queste informazioni, facciamole arrivare ai decisori politici, rompiamo le scatole a chiunque sia dotato di polmoni e un minimo di cervello.
Oppure apriamo quelle maledette finestre e respiriamo a tutto spiano. Si fa prima.
Il libro più famoso di Paul Hawken: una boccata di speranza per tutti noi. Se lo acquisti cliccando qui, anche oggi mangerò la mia razione di pane e aglio. Grazie!
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