Immagina di vivere in una piccola città di provincia, una di quelle in cui si conoscono tutti. Un giorno arriva un nuovo concittadino e per prima cosa dichiara sfacciatamente che i suoi interessi vengono prima di tutti gli altri. Ogni volta che apre bocca, è sempre lo stesso ritornello: “Prima io!”
Come reagireste?
Così si apre l’articolo di David Sloan Wilson pubblicato sul sito Evonomics. Sloan è un docente e uno scrittore con un curriculum impressionante (vedi in fondo all’articolo). La sua riflessione sui danni dell’egoismo elevato a valore globale merita di essere letta e condiviso più possibile.
Riporto e traduco l’articolo di Sloan nei suoi contenuti generali.
Se nella vostra cittadina arrivasse un tipo simile che reazione avreste? Prima di tutto sareste sbalorditi che una persona così possa anche solo esistere. Le persone normali possono coltivare quel genere di pensieri in privato (“Prima io!”), ma nessuno è che così pazzo da sbandierarli.
Come minimo vorreste evitarlo e avvisereste gli altri di stargli alla larga. Di più, vorreste vanificare i suoi obiettivi egoistici e magari fare in modo che lasci la città. Non ci pensereste due volte. Agireste per allontanare una persona così apertamente egoista esattamente come il sistema immunitario del corpo umano argina ed espelle gli organismi che causano malattie.
Eppure, quanti politici avete sentito vantarsi di mettere al primo posto la propria nazione? Donald Trump è diventato il candidato dei repubblicani proprio con questo vanto, ma non c’è nazione che non abbia la sua controparte [anche in Italia la lista di politici che sbandierano il concetto “Prima l’Italia e gli Italiani!” è piuttosto lunga… NdFlavio]
Alcuni provano repulsione per tali sfacciate dichiarazioni di egoismo nazionale, ma altri le sostengono e votano a loro favore.
Ma che differenza c’è fra una sfrontata espressione di egoismo individuale e una di egoismo nazionale?
Se ci concentriamo sulle conseguenze, la risposta è: nessuna differenza. Quando agisce incontrollato, un parassita distrugge l’organismo che lo ospita, spesso uccidendo se stesso e l’organismo stesso. Se incontrollato, un individuo del tipo “Prima io!” getta tutta la comunità nel caos. Se incontrollato un politico del tipo: “Prima la mia nazione!”… Vabbe’, avete capito.
L’egoismo è tossico, non importa l’ordine di grandezza. In un certo senso, è così ovvio che non dovrebbe esserci bisogno di dirlo. Allora perché l’egoismo nazionale è a tutto volume?
[Tweet “Che differenza c’è fra una espressione di egoismo individuale e una di egoismo nazionale?”]
Le ragioni principali sono due.
La prima è l’idea che l’egoismo sia una cosa tutto sommato positiva.
Questa nozione è sempre stata implicita nel principio economico del “laissez faire” e nella metafora della mano invisibile di Adam Smith. Solo che Smith la usava con parsimonia ed era consapevole dei pericoli impliciti nell’egoismo senza freni. È solo nell’ultima metà del XX secolo che il principio per cui “L’avidità è un bene” è sostenuto e portato avanti come vera e propria politica economica e nazionale, con conseguenze prevedibili.
La seconda ragione è la mancanza di una risposta coordinata all’egoismo nazionale.
Quando i nostri corpi riescono a tenere a bada le cellule cancerose e altre malattie, questo succede grazie al sistema immunitario, frutto di milioni di anni di evoluzione. La ragione per cui l’egoismo è tenuto a bada in una piccola comunità è per via di misure che sono equivalenti psicologici dei sistemi immunitari, e anche queste misure sono il frutto di milioni di anni di evoluzione.
[Tweet “L’egoismo è tossico, non importa l’ordine di grandezza.”]
Ma se il sistema immunitario è compromesso, l’egoismo si diffonde come il cancro (e il cancro non è altro che egoismo cellulare). Ora, non esiste un equivalente globale di un “sistema immunitario” che si azioni spontaneamente in risposta all’egoismo. Ed ecco spiegata l’esplosione delle ideologie cancerose che dicono “Prima la nostra nazione!”
Quindi non c’è speranza?
Secondo l’autore c’è. David Sloan Wilson, il cui ultimo libro si intitola: “L’altruismo esiste?” sostiene che qualcosa si può fare.
L’idea che l’avidità sia positiva può essere rimpiazzata e un equivalente del sistema immunitario può essere implementato su scala globale. Pochi outsiders oggi sono consapevoli della portata della crisi che sta investendo il mondo dell’Economia in questo momento storico. L’edificio matematico che sembrava dare all’Economia una così grande autorità su altri rami delle scienze sociali è crollato. […] Alcuni economisti sono arrivati a concludere che ormai nessuna teoria potrà rimpiazzare le aspirazioni a una “Grande Teoria” tipiche della scuola economica ortodossa.
In cerca di una teoria unificante che funzioni, Una Grande Teoria, gli economisti brancolano nel buio e non pochi rinunciano a capirci qualcosa.
Ma David Sloan Wilson ci invita a guardare oltre i confini soffocanti dell’economia classica.
Due Grandi Teorie sono attualmente in perfetta salute. La prima è la Teoria dei Sistemi Complessi, che spiega le dinamiche dei sistemi complessi di tutti i tipi. La seconda è la Teoria Evoluzionista, che spiega le dinamiche dei sistemi viventi di tutti i tipi.
Né l’una né l’altra sono sistemi di equazioni con teoremi e corollari, ossia ciò che l’economia ha cercato di essere ispirandosi alla fisica newtoniana. Quel genere di Grande Teoria onnicomprensiva non esiste più nemmeno nella fisica. Ma la Teoria dei Sistemi Complessi ha il tipo di coerenza che manca al mondo dell’economia post-apocalittica attuale.
Così David Sloan Wilson sintetizza le conclusioni delle sue ricerche, raccolte nel libro Complexity and Evolution: Toward a New Synthesis for Economics.
Una conclusione è che il mero perseguimento dell’interesse personale non crea affatto benefici al bene comune ad alcun livello. “Prima la mia nazione!” è canceroso per il bene del pianeta tanto quanto “Prima io!” lo è per una piccola comunità e così come il cancro lo è per il nostro corpo. Se prima non era un dato ovvio, ora può essere sostenuto sulla base delle teorie più autorevoli.
Quindi il solo modo di risolvere i problemi della esistenza moderna è formulare politiche di welfare che tengano in considerazione il benessere del mondo. “Il mondo prima!” dovrebbe diventare lo slogan dei politici e dell’elettorato illuminati. Dovremmo arretrare dai politici che proclamano: “Prima la mia nazione!” esattamente come dagli individui che dichiarano: “Prima io!”
[Tweet “Il mondo prima!” dovrebbe diventare lo slogan dei politici e dell’elettorato illuminati.”]
Realizzare concretamente il concetto “Il mondo prima!” può sembrare un obiettivo impossibile, ma la verità è che tutte le grandi nazioni odierne hanno solo qualche secolo, sono realtà molto più effimere di quanto si pensi. Secondo David Sloan Wilson in 10.000 anni l’umanità avrà sicuramente sviluppato entità sociali analoghe al sistema immunitario, per cui dovremmo essere in grado di fornire una risposta psicologica all’egoismo su scala globale.
In questo, Wilson si ricollega perfettamente alla Visione integrale di Ken Wilber che prospetta la soluzione a questi dilemma estraendo le soluzioni dalla teoria evoluzionista della specie umana e prospettando metodologie pratiche per compiere il passaggio dall’etnocentrismo a un mondocentrismo maturo (niente bla bla idealistico e inconsistente…)
Wilson conclude:
Se “Prima la nostra Nazione!” è possibile, allora lo è anche “Prima il nostro mondo!” Tutti noi – [ma più probabilmente una avanguardia di tutti noi NdFlavio ]– può cominciare a reagire a “Prima la mia nazione” esattamente come reagisce a chi dice “Prima Io!”. Dobbiamo lavorare duro e in fretta per ripensare l’Economia nei termini delle due Grandi Teorie che si sono già dimostrate valide in altri domini [e aggiungo, io, in termini di Teoria Integrale NdFlavio].
Il tempo sta finendo.
Fonte: http://evonomics.com/nation-first-no-better-first/
David Sloan Wilson è docente di Biologia e Antropologia alla Binghamton University and Arne Næss Chair in Giustizia Globale e Ambiente alla Università di Oslo. Il suo libro più recente è “Does Altruism Exist?”.
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